Sanremo 2022, finale da "Brividi"

A Sanremo 2022 la differenza la fanno i "Brividi" di Mahmood e Blanco, che sono sempre stati in vetta durante tutta la kermesse: primi nella classifica provvisoria della serata d'esordio, solidi nella serata delle cover dietro solo a Morandi e Jovanotti, e ancora primi quando conta di più. Che "Brividi" fosse piaciuta molto al pubblico lo testimonia il riscontro su Spotify: in seguito alla sua commercializzazione ha stabilito il record di stream raccolti su territorio italiano nell'arco di 24 ore, ben 3,3 milioni. Per Mamhood è la seconda affermazione su due, per Blanco da Cavalgese della Riviera è un sogno ad occhi aperti, a soli 18 anni. Ora li attende l'Eurovision Song Contest, in cui partono tra i favoriti giocando in casa.

Massimo Ranieri vince il premio "Mia Martini", Gianni Morandi il premio "Sala Stampa Lucio Dalla". Elisa viene premiata dall'orchestra per la migliore composizione musicale ("premio Giancarlo Bigazzi") e Fabrizio Moro per il miglior testo.

Vincono le presenze di contorno: certamente l'orchestra, lodata a più riprese per professionalità e bravura, con i direttori sugli scudi, da Leonardo De Amicis a Melozzi, da un redivivo Vessicchio alla sorpresa Michielin.

Vince l'onnipresente Davide Petrella, che è la penna più calda del festival, avendo partecipato alla scrittura di ben 4 brani in gara: di Emma ("Ogni Volta E' Così"), Elisa ("O Forse Sei Tu"), Achille Lauro ("Domenica") e Giusy Ferreri ("Miele"). Ad essi si aggiunge anche l'inedito di Cesare Cremonini "La Ragazza Del Futuro", presente in qualità di ospite.

Vince zia Mara, ieri sera in prima fila. Mara Venier è stata la signora più salutata di tutta l'edizione in quanto "un saluto a zia Mara" era uno dei "bonus" del Fantasanremo, il gioco ispirato al più conosciuto Fantacalcio.

Vince Amadues per la conduzione sobria ma brillante, con una Sabrina Ferilli perfettamente calata nel ruolo e mortifera quando chiede a Youman: "Vista l'ora tarda sei venuto direttamente col pigiama?"

Per alcuni che raccolgono soddisfazioni, molti altri non possono dire altrettanto. Achille Lauro, ad esempio, presenta una seconda "Rolls Royce" travestita da "Domenica" e, riducendo lo sfarzo dei costumi, arriva solo quattordicesimo. Poi c'è l'ecatombe degli esordienti, tutti o quasi agli ultimi posti in calssifica: Anna Mena, Youman, Highsnob e Hu, per non parlare di Tananai il cui sesso sarà anche occasionale, ma il fanalino di coda è stato abituale. Anche Rkomi è apparso fuori contesto, deludente sia nell'inedito che nelle cover.

Festival in tono minore pure per Giovanni Truppi, poche parole e molte canotte, alcune anche artigianali: "Mi esibisco con la canotta da quando sono ragazzo. Perché cambiare adesso? Era molto importante non mancare di rispetto all'Ariston. E infatti abbiamo fatto fare tutte le canotte da un'artigiana".

E le polemiche? Tendenzialmente assenti, anche se D'Argen D'Amico, dopo aver ringraziato il direttore artistico per l'opportunità ricevuta, scaglia un dardo contro lo Stato: "Voglio ringraziare anche il governo italiano che tende a dimenticarsi delle piccole realtà musicali", dice stizzito, contenuto a fatica da Amadeus, che ci mette la solita pezza a colori con una mezza risata.

Temistocle Marasco

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