
Alex Cambise: potrò lasciare aperto il finale
Alex Cambise è un super chitarrista che, attraverso il suo strumento e la sua umanità, riesce a toccare le corde più profonde di ognuno di noi. In questa intervista abbiamo parlato di ciò che è stato e di ciò che sarà nel suo percorso musicale, oltre che di quella umana resistenza che ci porta ad affrontare i fatti della vita e che ci consente di lasciare sempre aperto il finale.
1. Ciao Alex, benvenuto su Toptesti.it. Ci racconti del tuo incontro con la musica, dei tuoi inizi?
Buongiorno a tutti! Mi chiedi del mio incontro con la musica? Avvenne il 5 ottobre del 1983, quando vidi ospite in una trasmissione di Mike Bongiorno, credo fosse "Superflash", il grande Mike Oldfield che promuoveva "Moonlight Shadow". Il giorno dopo il 45 giri risuonava nel mio impianto stereo. L'assolo di quel brano mi colpì a tal punto che iniziai ad avere in testa la chitarra notte e giorno, ma solo qualche anno dopo scovai una chitarra classica sopra un armadio a casa di mia nonna. Ci misi le mani sopra e dopo un paio di ore suonavo, male, "Fra' Martino". Non me ne sono più staccato!
2. Nel 1997 con il gruppo B.K.p.D. incidi l'album "Se Non Ci Fanno Casini In Dogana", in cui fai quasi tutto tu: scrivi, arrangi, suoni. Da dove nasce questo titolo del disco?
Il titolo derivava da una frase che l'attore Gigio Alberti pronuncia nel mitico film "Marrakesh Express" di Gabriele Salvatores. Mi piacque e l'annotai. Sapevo che mi sarebbe tornata utile prima o poi.
3. Per alcuni anni insegni chitarra nel carcere minorile Beccaria di Milano. Che tipo di realtà hai incontrato e che risposta hai avuto dai ragazzi?
Ho lavorato al "Becca" dal 1995 al 1999 e nel frattempo lavoravo anche in alcuni centri di aggregazione giovanile dell'hinterland milanese. Quindi mi sono immerso nel disagio di questi ragazzi. Ovviamente non posso affermare che la musica sia la cura di ogni male, ma sicuramente dà una prospettiva diversa, ti porta un pò più in là, fuori dai quartieri dove vivono e crescono queste piccole anime in cammino. Alcuni di loro hanno approfittato degli insegnamenti: ora so che suonano per diletto e qualcuno anche per professione. Questo, anche se non ho merito alcuno, mi riempie di gioia.
4. Nel 2000 nasce il progetto Astrea con Lisa Petti. Di cosa si tratta?
In realtà il progetto nasce nel 1995, suonando live in varie situazioni. Poi nel 2000 mi sono trovato in mano un paio di brani che ritenevo adatti per provare una strada più mainstream e li abbiamo incisi. Con questi pezzi abbiamo fatto l'esperienza della finale della Accademia di Sanremo e abbiamo anche cominciato un'esperienza radiofonica con la nostra piccola trasmissione.
5. "3 Vie Per Un Respiro" (2010) e "L'umana Resistenza" (2012) sono album che si muovono tra rock e cantautorato e c'è anche una particolare sensibilità verso due eventi disastrosi: il Vajont e Chernobyl. Come si sviluppa la tua attenzione verso queste tematiche?
Ci tengo anche a ricordare la storia della S.l.o.i. di Trento che affronto nella canzone "Invisibile". Come affronto queste tematiche? Come prima cosa sono storie vissute da persone, ci sono nomi, cognomi, volti, affetti. Sapere che esseri umani hanno vissuto determinate ingiustizie mi indigna. Il passo successivo e condividerle per tenere alta la memoria affinchè non si ripetano. Ma è difficile! Sono anni, questi, dove il disinteresse è imperante, o forse lo è sempre stato.
6. Nel 2016 arriva l'album "Finally Home", in cui abbandoni la lingua italiana e il suono è decisamente più rock e rock blues. A cosa è dovuta questa virata?
Successe con assoluta naturalezza. Io nasco col rock e col blues, l'ho sempre ascoltato e suonato. Quando si è trattato di scrivere le canzoni per un nuovo album, quello che mi usciva era di matrice blues/rock e non ho fatto altro che assecondare questa vena. Il prossimo album è alle porte e continuerà su questa strada.
7. Nel 2020 esce "After The Dark", un ep strumentale di stampo rock/hard rock. Il titolo e i tempi di pubblicazione suggeriscono l'idea del superamento del periodo più duro al quale ci ha sottoposto il covid. E' effettivamente così?
Mi reputo come prima cosa un chitarrista e dallo studio della chitarra e della musica ho anche appreso altre competenze che mi portano a comporre, arrangiare, produrre, insegnare. Ma sono prima di tutto un chitarrista e da tempo volevo fare qualcosa che coinvolgesse in primo luogo la chitarra. Avevo già dei brani nel cassetto ma non c'era mai il tempo di portarli a termine. Con il lockdown ho avuto questo tempo e il risultato mi ha entusiasmato e mi ha dato anche degli importanti feedback da tutto il mondo, perché la musica strumentale travalica le lingue. Quindi ho deciso che avrò una produzione parallela a quella blues rock, due progetti che procederanno assieme e che sento mi completano a livello artistico.
8. Nel marzo 2021 prosegue il progetto di rimettere la chitarra al centro di tutto con il nuovo ep strumentale "Bad Habit". Ce lo presenti?
Dovrebbe essere l'ideale continuazione di "After The Dark". Parliamo di 6 brani strumentali che hanno una forte vocazione hard/heavy. Quindi ritmiche dure e veloci, ma anche moltissima melodia, al punto che un sito spagnolo ha parlato di vere e proprie canzoni a cui manca giusto il testo. Ed era dove volevo arrivare, poche pippe e tanta energia e melodia!
9. Tante le tue collaborazioni con artisti importanti: da Massimo Priviero a Marco Ferradini a Tullio De Piscopo, solo per citarne alcuni. Ci puoi raccontare un episodio particolare, se c'è, che ti è capitato durante queste tue collaborazioni?
Ce n'è uno molto simpatico che riguarda la produzione del disco di una famosa e davvero brava cantante partenopea, quando lavorai con Tullio De Piscopo. Il primo giorno che arrivò in studio la cantante, il suo cagnolino ha curiosato in tutto lo studio per poi decidere di espletare funzioni fisiologiche su una pigna di cavi che stavo sistemando per la sessione! Ci volle qualche ora per ripulire il tutto! Ma amo gli animali, ho due cani, ho avuto uno stupendo gatto e sono una vera gioia per lo spirito.
10. Sul tuo canale youtube "AstreaMusica" è possibile trovare vere e proprie video lezioni di chitarra. Ce ne vuoi parlare?
Nel mio canale si trovano miei brani, cover di altri artisti, recensione di strumenti e anche lezioni di chitarra. Ovviamente sono ben conscio del fatto che è impossibile esaurire qualsiasi argomento nei 10 minuti di un video, ma spero possano essere una molla che faccia scattare l'interesse per un determinato argomento o per la chitarra in generale. Comunque per gli interessati che vogliano approfondire basta contattarmi in privato per poter fare lezioni anche a distanza.
11. Chitarrista, cantautore, arrangiatore, insegnante di musica, produttore. C'è qualcosa che ancora non hai fatto in musica e che ti piacerebbe cominciare?
Ho almeno diecimila progetti in testa e altrettanti mi verranno in mente anche solo nelle prossime ore. Scremare è difficile, ma dopo trent'anni ho imparato che, se un progetto vale, in un modo o nell'altro arriverà ad una compiutezza. Bisogna solo crederci sempre e non mollare mai!
Temistocle Marasco
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