
Concerti 2022 sold out: non ce n'è coviddi?
Il covid c'è e si diffonde, ma buona parte dell'Italia lo percepisce come un ricordo figlio di tempi passati. Il "liberi tutti" di questa primavera ha modificato la percezione del pericolo. La mascherina non obbligatoria ha dato l'impressione che non ce ne fosse più la necessità. E i grandi eventi hanno restituito un'idea di normalità di cui c'era tanto bisogno, ma alla quale non siamo ancora pronti.
Nelle ultime 4 settimane i contagi sono saliti in modo vertiginoso. Tanto per fare un esempio, è in atto un vero boom in provincia di Cosenza, con il picco assoluto di casi attivi da quando è cominciata la pandemia: ben 40.308, di cui 125 in reparto, 3 in terapia intensiva e il resto in isolamento domiciliare.
Eppure di concerti è piena l'Italia, senza mascherina, senza distanziamento. Un mare di corpi assiepati per ore dietro le transenne, in preda all'adrenalina, in una situazione in cui il contatto è inevitabile e le inibizioni sono bandite.
A Campovolo, per i 30 anni di carriera di Ligabue, lo scorso giugno in molti hanno piazzato le tende 2 giorni prima e c'è chi è venuto dall'estero. 103.000 i biglietti venduti, mega palco, super ospiti a iosa. Cose turche. E che dire del ritorno di Vasco Rossi? Nelle prime 3 date ha fatto registrare ben 286.000 spettatori senza alcuna paura. O ancora Ultimo, sold out praticamente ovunque, con plotoni di fan che, cellulare in mano, sono pronti a registrare ogni suo respiro.
In mezzo alla promiscuità, al sudore e alle canzoni urlate a squarciagola, le vie aeree restano con poche difese mentre il pericolo ha come colonna sonora la propria canzone. Il professor Garattini, sul punto, ha le idee chiare: "Sicuramente non avrei permesso i concerti di 70.000 persone urlanti in piena fase pandemica. Poi avrei tenuto l'obbligo delle mascherine al chiuso. Nel nostro istituto è obbligatoria. Ma credo che governo e parti sociali abbiano fatto un grande errore nel raccomandarla e non mantenere l'obbligo. Più cerchiamo di diminuire la circolazione del virus e meno c'è il rischio che si presenti una variante più aggressiva. Troppi esperti prevedono cosa succederà. Ma con il Covid non si può fare gli indovini. Bisogna stare molto attenti, mantenere un comportamento di grande prudenza e non dimenticare mai le regole igieniche, come il lavaggio mani".
Temistocle Marasco
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