
Il movimento # FreeBritney per liberare la cantante dalla tutela legale
Fine luglio 2020, davanti al tribunale Stanley Monsk di Los Angeles si sono radunati moltissimi manifestanti che agitano cartelli di protesta, intonano cori e gridano slogan. Diversi per estrazione sociale e origini culturali, ma con intenzioni serissime ed un unico intento.
Vedendo queste persone di fronte ad un tribunale ci si immagina che chiedessero la condanna di qualche uomo politico o assassino, invece no imploravano a gran voce la libertà di Britney Spears.
Il movimento di protesta è nato infatti in seguito alla convinzione che la cantante sia prigioniera di una tutela legale ingiusta e che bisogna salvarla a qualunque costo. La campagna #FreeBritney nasce nel 2007 e da molti è solo considerata l'ennesima teoria complottista.
La cantante proprio in quegli anni vedeva il suo successo incrinato e la sua immagine screditata a seguito di alcuni difficili momenti della sua vita personale, che furono ampliamente pubblicati sulle maggiori testate di stampa scandalistica.
Alla fine del 2007 Britney fu ricoverata in un ospedale psichiatrico sotto la tutela legale del padre. Nel 2019 l'hashtag #FreeBritney fu lanciato da un fan della cantante, Jordan Miller, in seguito alla pubblicazione di un articolo in cui si dichiarava che il padre avesse proibito alla Spears l'uso del cellulare.
Da due anni a questa parte si sono moltiplicate le azioni a sostegno della cantante. I suoi fan online non smettono di dichiarare che a Britney le sia proibito far tutto dal semplice atto di guidare a quello ben più responsabile di votare e ne chiedono l'immediata liberazione.
A questo movimento si sono aggiunte anche Paris Hilton e Miley Cyrus, la petizione online ha raccolto 137 mila firme ed è stata presentata alla casa bianca.
Vedremo come andrà a finire la battaglia dei fan della Spears, anche se, come i più sostengono, ha tutta l'aria di essere l'ennesimo movimento complottista.
Teresa Moccia
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