Zidor qu'on s'arrache à la ronde,
C'est un titi sans instruction
Mais qui fait fureur dans le grand monde.
C'est un as de l'accordéon.
Entre deux javas populaires,
Les marquises, les baronnes, s'inquiètent tour à tour
De ses idées particulières,
Ses pensées sur la femme et ses vues sur l'amour.
Zidor n'emploie pas les mots sophistiqués
Mais leur dit : "J'vais vous expliquer :
L'amour c'est rudement compliqué.
Y a rien comme les gonzesses
Pour vous l'faire rechiquer.
Un coup d'chance, on a fabriqué
Un rancart et l'on a l'palpitant culbuté.
Moi, j'ai les pieds plats pour douiller
Et quand une poule se gourre
Que j'vas les envoyer...
J'y refile en poire "Va te laver".
J'renkiff mon benard et j'resbigne en louss'dé."
Il n'est pas distingué...
Quelqu'un lui d'mande : "Pardon si j'ose
Solliciter un autre avis.
Vous amusâtes-vous la même chose
Avec Topaze qu'avec Fanny ?
Vous réjouissez-vous davantage
Avec Paganini qu'avec Nina Rosa ?"
"Ah bah !" fait Zidor "C'est dommage
Mais j'vous jure que j'connais pas toutes ces gonzesses-là."
Quand il s'aperçut qu'il avait détonné,
Il reprit sans plus s'extasier :
"L'théatre c'est bon pour les nichés.
L'musical c'est pas mal, mais j'préfère le ciné.
J'aime mieux voir la bouille à Bouboule
Qu'une vieille poule qui s'écroule
Et qu'y faut faire étayer.
J'regrette pas mes trois larantquès,
Quand j'vois Liliane Harvey et Garat s'embrasser
Et l'soir j'm'endors dans mon pucier
En rêvant que Marlène m'a pris comme régulier."
Il n'est pas distingué !
Sur le gâchis diplomatique,
On daigne l'interviewer aussi
Mais Zidor devient pathétique
Quand Hitler est sur le tapis.
Quelqu'un fait : "C'est l'type spécifique
D'l'historien désaxé au faciès hilarant,
Mégalomane pathologique, indiscutablement,
Un rétro déficient... "
Au premier abord ça paraît compliqué
Mais Zidor vient tout expliquer :
"D'abord y a qu'à pas s'dégonfler.
Moi, Hitler, j'l'ai dans l'blerre
Et j'peux pas le renifler.
Les nazis ont l'air d'oublier
Qu'c'est nous, dans la bagarre,
Qu'on les a dérouillés...
Moi si j'le poissais à jacter,
J'y ferais : Marr' de bobards.
Y faut les envoyer.
Si t'es nazi, va t'faire piquoûzer
Et pis j'y balancerais ma godasse dans l'fouign'dé."
Il n'est pas distingué
Édith Piaf, pseudonimo di Édith Giovanna Gassion (Parigi, 19 dicembre 1915 ? Grasse, 11 ottobre 1963), è stata una cantante francese. È stata una grande interprete del filone realista (chanteuse réaliste). Nota anche come "Passerotto", come veniva amorevolmente chiamata (passerotto infatti nell'argot francese si dice piaf), ha deliziato le folle tra gli anni trenta e sessanta. Ma già ai suoi primi sette anni ha realizzato il suo primo passo verso la musica cantando per suo padre in strada, per qualche spicciolo, la folla la gradì... La sua voce, caratterizzata da mille sfumature, era in grado di passare improvvisamente da toni aspri e aggressivi a toni dolcissimi; inoltre sapeva far percepire in modo unico la gioia con il suono della sua voce. È la cantante che con le sue canzoni ha anticipato il senso di ribellione tipico dell'inquietudine che contraddistinse diversi intellettuali della rive gauche del tempo come: Juliette Greco, Roger Vadim, Boris Vian, Albert Camus ecc. In molti casi era lei stessa l'autrice dei testi delle canzoni che tanto magistralmente interpretava. La vita di Édith Piaf fu sfortunata e costellata da una miriade di fatti negativi: incidenti stradali, coma epatici, interventi chirurgici, delirium tremens e anche un tentativo di suicidio. In una delle sue ultime apparizioni pubbliche la si ricorda piccola e ricurva, con le mani deformate dall'artrite, e con radi capelli; solo la sua voce era inalterata e splendida come sempre. Porta il suo nome un asteroide della fascia principale, scoperto nel 1982: 3772 Piaf. È ricordata anche per un verso di una sua celebre canzone: « Non, rien de rien / Non, je ne regrette rien / Ni le bien qu'on m'a fait, ni le mal / Tout ça m'est bien égal »
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