
Lo stop del vaticano al DDL Zan non va giù a molti artisti
Il DDL Zan torna a far notizia e questa volta grazie al Vaticano, tutte le testate giornalistiche riportano lo stop che la chiesa ha dato al decreto e la richiesta di poter tornare ad esaminarne il contenuto, perché violerebbe il concordato.
Mi sembra un po' azzardato che il Vaticano entri in questioni che riguardano uno Stato sovrano che ha tutta la facoltà di approvare in totale autonomia le sue leggi, ma questo non è il tema di questo articolo, forse vi state chiedendo: e cosa c'entra con la musica? Tempo al tempo adesso vi spiego perchè.
Giá qualche tempo fa alcuni artisti come Fedez ed Elodie si erano schierati senza mezzi termini a favore del DDL Zan e contro le parole omofobe del senatore Pillon, i due cantanti tornano alla carica e questa volta sono in ottima compagnia: ai due si sono aggiunti anche Willie Peyote e Paola Turci, ognuno ha espresso alla sua maniera il dissenso, chi scegliendo dei toni forti e chi usando l'ironia.
Fedez con un tweet ha ricordato al Vaticano che ha un debito con lo Stato italiano del valore di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi, mentre il post di Willie Peyote è decisamente più diretto "Le preghiere non funzionano, ma le bestemmie si".
Elodie invece ringrazia i genitori di non aver mai scelto per lei il battesimo e che anche se lo avessero fatto non avrebbe esitato a farsi sbattezzare. La più moderata è senza ombra di dubbio Paola Turci, che usa queste parole: "Le persone sono tutte uguali di fronte a Dio, ma non per il Vaticano, che si oppone ad una proposta di legge per fermare chi discrimina. Complimenti".
Le chiacchiere stanno a zero il DDL Zan è davvero troppo importante, ulteriori ritardi nella sua approvazione non sono un bel segnale per il nostro paese.
Teresa Moccia
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