
Quante polemiche sul Jova Beach Party: lo sfogo di Jovanotti
Se amate i bastoni tra le ruote, vi consigliamo di organizzare un Jova Beach Party ("JBP"). Dopo aver condotto con successo, ma con fatica, il suo innovativo tour sulle spiagge, Jovanotti si apre ad un lungo sfogo sui social che prende le mosse dall'incontro con una realtà inaspettatamente deleteria: "Non mi sarei mai aspettato il mondo dell'associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, cialtroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al "fact checking" di molte testate. Il mondo dell'ambientalismo è più inquinato dello scarico della fogna di Nuova Delhi!".
La partnership con il WWF doveva essere la garanzia che il tour si sarebbe svolto nel massimo rispetto dell'ambiente, ma si è rivelata un boomerang: "Quando abbiamo iniziato a progettare JBP, la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il WWF per poterli incontrare, raccontare l'idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza. Il WWF perché è una grande organizzazione storica che non cerca visibilità ad ogni costo ma opera sul campo. La visibilità serve a promuovere attività di difesa e cura dell'ambiente, ha competenze specifiche, è radicata nei territori, ha un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori".
Qualcosa è andato storto: "un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l'onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così. Addirittura Lega ambiente e Ente Nazionale Protezione Animali recentemente sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che, se non fossero pericolosi, farebbero anche ridere".
In ogni tappa del tour a qualcuno non stava bene qualcosa: il JBP passava per essere un vero pericolo per l'ecosistema, al pari dei tristemente attuali incendi della foresta siberiana e di quella amazzonica: "Hanno detto che abbiamo abbattuto alberi, sterminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari, mostrato ascelle a gente che non gradisce certe sconcerie (soprattutto non gradisce la ascelle), sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando sia Don Camillo che Peppone".
A sentire Jova, lo scenario è ben diverso: "A parte una criticità sulla spiaggia di Ladispoli, e ci siamo spostati, ci siamo presi cura di ogni aspetto legato alla tutela dell'ambiente investendo più delle risorse disponibili. Ci siamo sottratti alla spocchia pelosa di molti farabutti che, dietro alla maschera dell'ambientalismo, nascondono ansia di protagonismo quando non disonesta ricerca di incarichi ben pagati con denaro pubblico o donazioni di gente raggirata con false immagini a effetto, ripeto: false, taroccate, inventate, decontestualizzate, drammatizzate ad arte".
Il JBP è quindi diventato il pretesto per uno scontro sul tema dell'ecologia. I buoni sono stati dipinti come i cattivi e i cattivi sono rimasti tali. Non è certo opera dell'inquinamento ambientale. E' soltanto frutto dell'inquinamento della realtà.
Temistocle Marasco
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