
Se il mondo della musica volta le spalle alla Russia
"La mia libertà finisce dove comincia la vostra" con questa bellissima frase Martin Luther King aveva cercato di tratteggiare quelli che dovrebbero essere i limiti della nostra azione individuale. Sono parole che dovremmo tenere sempre ben impresse nella mente perché sono le fondamenta di una convivenza civica e pacifica.
Visto gli ultimi avvenimenti internazionali, questo concetto mi sta affiorando alla mente più volte, lungi dal voler fare un'analisi politica, non è certo questo lo spazio appropriato, né sono la persona più idonea a farlo, mi voglio concentrare sulle reazioni del mondo della musica all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Uno dei primi a schierarsi è stato Nick Cave che ha cancellato le date del suo tour previste in Russia ed Ucraina sostenendo che "Stiamo con l'Ucraina e con tutti i russi che si oppongono a queste azioni brutali. Preghiamo che questa follia finisca presto".
Al noto cantautore si sono presto aggiunti Eric Clapton, Nick Mason, Alt-J, i Disclosure, i Deep Purple ed i Green Day che attraverso un post sui loro canali social ufficiali hanno fatto sapere di aver cancellato il concerto programmato a Mosca il 27 maggio.
Il post era accompagnato da queste parole: "Con il cuore spezzato, alla luce degli eventi recenti riteniamo sia necessario cancellare lo show in programma a Mosca".
Tra i nostri artisti nazionali hanno preso la stessa decisione Mario Biondi che ha espresso "vicinanza al popolo ucraino che tante volte ho incontrato ai miei concerti proprio nelle città che in questi giorni stanno conoscendo l'orrore della guerra.
La musica è intrinsecamente messaggera di pace e bellezza e non possiamo accettare quello che sta accadendo". Poi ancora la band fenomeno del momento, i Maneskin. che hanno espresso solidarietà a tutti coloro che stanno soffrendo a causa del conflitto in Ucraina e sperano che la violenza in atto possa arrestarsi quanto prima.
Rimandano a data da destinarsi la conferma delle date del loro tour proprio a causa della grande tensione internazionale di questo momento.
É un colpo duro inflitto alla Russia, soprattutto se pensiamo che l'industria musicale internazionale, legata al mondo dei live ha nel paese un bacino vastissimo, Mosca si è inserita a tutti gli effetti nel circuito dei grandi festival globali.
Teresa Moccia
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