
Quel bellissimo ricordo che ho di Franco Battiato
Forse quando si tratta di salutare un maestro ti mancano le parole, non sai bene cosa dire, come dirlo per non sembrare banale, scontato. La verità è che oggi Franco Battiato ci lascia un grande vuoto, ma allo stesso tempo una eredità incommensurabile: la sua musica, le sue parole.
È scomparso questa mattina nella sua casa di Miano, aveva 76 anni ed era malato da tempo. L'artista catanese non ha mai ignorato le sue radici, anzi al contrario le ha sempre ben integrate nelle sue creazioni. Fin dagli inizi degli anni 60 cerca di farsi spazio nel mondo della musica lavorando tra i primi con Giorgio Gaber e Ombretta Colli.
La sua vita è stata una costante ricerca, non si è mai accontentato dei suoni conosciuti o delle armonie facili, no, ha voluto mescolare, sperimentare unire la musica elettronica a quella classica e al pop, creando dei veri e propri capolavori ed è sicuramente con gli anni '70 che trova la massima espressione questa sua fase di sperimentazione.
Nel 1987 lavora alla sua prima opera lirica "Genesi", inaugurando una nuova fase, sono questi gli anni in cui si centra sul suo lavoro di compositore dando vita ad un linguaggio più aulico e ricercato. Negli anni successivi cambia casa discografica, torna al pop, poi di nuovo alla musica elettronica, fino al suo ultimo disco di inediti del 2004 "Dieci stratagemmi".
L'ultima volta che lo vidi dal vivo fu a Barcellona, 6 anni fa. Si esibì in una delle sale concerti più belle d'Europa, Il Palau de la Musica Catalana, pura espressione del bel modernismo che invase la città spagnola nei primi anni del '900.
Franco Battiato non era più un giovincello eppure tutta la prima parte di quel concerto fu un trionfo di musica sperimentale ed elettronica e nessuno avrebbe mai immaginato che alla sua età potesse essere fonte di ispirazione e di innovazione musicale, in quel momento mi stava dimostrando che era molto più giovane, più forte e più ispirato di me o di qualunque altra persona presente in quella sala.
Questo è il ricordo che ho di lui, di un genio che non si è mai accontentato che non si è mai detto, "Ok ho fatto la mia parte, adesso posso riposarmi", Battiato fino all'ultimo si è messo in discussione, cercando nuovi suoni e nuove possibilità, perché ha amato davvero molto la musica.
Mi piacerebbe salutarlo utilizzando le sue stesse parole "Non voglio sentirmi intelligente guardando dei cretini, voglio sentirmi cretino guardando persone intelligenti", grazie Maestro per tutti i luoghi meravigliosi che ci hai fatto conoscere con la tua musica.
Teresa Moccia
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